performanceMuna MussieCurva Cieca
Accademia di Belle Arti dell’Aquila, teatro
ingresso libero fino a esaurimento posti
Un dispositivo meta didattico che usa la forma didascalica per instaurare un paesaggio intimo
Il soggetto è sempre situato nel mondo e la sua situazione è il suo corpo.
Io sono Soggetto per me e Oggetto per gli altri.
Se chiudo gli occhi e cerco di definire la mia immagine, cosa vedo?
Uno specchio cieco, una mancanza.
Nessuno è padrone della propria immagine poiché questa implica una co-relazione.
Ciò che è immediato – il mio corpo, la mia immagine – è distante da me.
Curva Cieca indaga questa mancanza. Fulcro della performance è la scoperta della lingua materna di Muna Mussie, nella forma di un dialogo con Filmon Yemane, ragazzo eritreo, non vedente dall’età di dodici anni. Parole, segni e fluttuazioni di senso si compongono intorno alla voce di Filmon, pista sonora per l’ascolto di lezioni di lingua tigrina, con l’ausilio di immagini provenienti da un vecchio abbecedario.
Curva Cieca è un dispositivo meta didattico che usa la forma didascalica per instaurare un paesaggio intimo, in cui la narrazione biografica porta a riflessioni filosofiche.