Due grandi ali di farfalla grigie come la pietra e azzurre come la libertà, tessute con nodi di cime nautiche e sospese, pronte a prendere il volo, come simbolo dell’anima, della trasformazione, della speranza, della bellezza e, allo stesso tempo, dell’inconsistenza della felicità. La farfalla si fa portavoce di un messaggio positivo, di resilienza e rinascita, vola dopo aver superato l’isolamento e la costrizione vissute da individuo toccato da un terremoto fisico o emotivo che sia, un essere solo, che nel buio si congeda dalla sua prima esistenza e si prepara al futuro. Il filo che ha generato il bozzolo diventa materia delle nuove ali che testimoniano legami, i nodi, le matasse di ognuno in relazione con l’altro: una rappresentazione “Io” che si collega al “Tutto”; una scintilla di energia che fa parte di un disegno più ampio.
Dopo gli studi in ingegneria, nodale l’incontro con il Prof. Picozza, presidente della Fondazione Giorgio ed Isa De Chirico, con il quale organizza la sua prima mostra personale, e con Marina Mattei, curatrice archeologa dei Musei Capitolini. Inizia così a partecipare a mostre aprendosi al dibattito con artisti, critici e collezionisti, confrontandosi col mondo dell’arte nazionale e internazionale. Ha esposto a Bruges, Barcellona, Corte Franca, Firenze, Genova, La Spezia, L’Aquila, Mantova, Milano, Olbia, Palermo, Parigi, Poltu Quatu, Porto Rotondo, Roma, San Pantaleo, Torino, Vasto, Venezia. Nel 2019 si sposta nuovamente in Abruzzo per entrare nello studio del maestro R. Tiberio, avvicinandosi alla scultura. Nel 2020, a cavallo della Pandemia, si trasferisce in Sardegna, una terra carica di energie che le regala una ulteriore metamorfosi passando dalla sola ricerca pittorica alla sperimentazione di sculture tessili in cime nautiche di recupero.
In un battito d’ali, 2024
Courtesy Emanuela Giacco
con il contributo e il patrocinio del Comune dell’Aquila