Angelo BellobonoMappa Appennino
project room
a cura di Elisa Del Prete e Silvia Litardi
con la partecipazione di Chris Rocchegiani, Davide D’Elia e Beatrice Meoni
project room
a cura di Elisa Del Prete e Silvia Litardi
con la partecipazione di Chris Rocchegiani, Davide D’Elia e Beatrice Meoni
La pittura di Angelo Bellobono racconta un viaggio lungo cinque anni sulla catena montuosa dell’Appennino, di cui L’Aquila è la città simbolo.
Nata in solitaria presso il rifugio della Capanna Charles Moulin sul Monte Marrone, l’itineranza dell’artista si è in seguito nutrita di incontri con persone e territori, esperti escursionisti e contadini, animali e numi tutelari, per poi riversarsi sulla tela tramite un processo di memoria, esperienza e sperimentazione.
Grandi tele invadono lo spazio secondo un ritmo irregolare che rimanda all’equilibrio instabile tipico dell’esperienza in montagna. L’artista invita il visitatore a fare un passo dentro al paesaggio stesso, cogliendone i dislivelli, gli equilibri precari, le proporzioni in divenire e in cui ricercare dettagli di materia restando al tempo stesso sospesi tra un colore steso leggero e un gesto pittorico estemporaneo.
La mostra si estende nello spazio di Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni D’Ocre Onlus dove sono esposti lavori che ripercorrono l’intero progetto Linea1201, il programma di residenza diffuso sul territorio appenninico che, nell’estate del 2020, ha portato l’artista a lavorare in vetta, dalle Mainarde, al Monte Alpi, quindi nella Valle del Samoggia in Emilia-Romagna fino ai Monti della Laga. L’ultima tappa è stata Amatrice, qui l’artista ha scelto di chiamare a confronto altri tre artisti che in modo diverso si relazionano alla pittura: Chris Rocchegiani, Davide D’Elia e Beatrice Meoni. In mostra viene infatti riproposto il dialogo condiviso nei giorni di residenza tra i quattro artisti attraverso la messa a contatto di opere nate “gomito a gomito” nello studio provvisorio presso la Casa della Montagna che li ha ospitati.
Dalle parole di Angelo Bellobono:
Dopo oltre due anni trascorsi abitandola, incontrandola e cercandola, per la pittura è arrivato il momento di comporsi o scomporsi in un distillato pittorico, un otre di Eolo pulsante di passi, d’aria, di boschi, di altezze, di ferite, di incontri. Per me, vedere la mia pittura in mostra corrisponde a una sosta temporanea da cui occorre poi ripartire, perché so che il paesaggio dipinto è il pretesto per incontrarlo dal vero.
In occasione della mostra saranno organizzate due passeggiate in vetta con Angelo Bellobono per sabato 21 maggio e 11 giugno.